Tre palle nel petto possono abbattere una fiera, figurarsi un fantasma quasi inaudibile.
Dal passo sostenuto da una manciata di sogni egli sì voltò, e colse con la coda un dardeggiare tempestoso d’Erinni in furiosa picchiata in stretta e plumbea formazione, ed anche i pensieri tremarono forte prima di essere bloccati e calcinati in quell’attimo senza tempo fra lotta e fuga.
Sembrava una risata a crepapelle, argentina e sgorgante, invece era l’incessante processione di bossoli caricati d’incubi saettanti sulla bronzea cremagliera, e quel taglio sotto il naso, una volta sorriso s’era cementato in uno sghembo respiro affannoso e claudicante.
Ferite diagonalmente inferte, ortogonalmente diafane alla vista, cieche contusioni prive di altrui riscontro.
Concrezioni d’animo nate come emorragie trasmutate in parole.